Denaro e bellezza: spesso la curiosità e lo stupore rimangono in un cassetto e le cose ci appaiano scontate, già viste. Un mio articolo per Pensalibero sulla mostra a Palazzo Strozzi.
Nei giorni scorsi ho toccato con mano, ancora una volta, la differenza tra vedere e guardare, e come il tempo spesso possa essere non qualcosa che ci viene imposto, ma qualcosa di nostro, qualcosa di vivo: essendo amante dell’arte sono andata con una mia collega a Palazzo Strozzi per vedere la mostra “Denaro e Bellezza”. Ci siamo soffermate su alcune opere, abbiamo camminato e guardato, ci siamo stupite, abbiamo anche riso, ma eravamo un po’ di fretta e siamo uscite convinte di aver visto tutto quello che c’era da vedere. Pochi giorni fa sono tornata a visitare la stessa mostra con i miei colleghi e siamo stati piacevolmente accolti dalla Fondazione Strozzi, che offre delle “conversazioni” sulle opere. Insieme a Irene abbiamo preso un piccolo panchetto ciascuno e ci siamo messi intorno ad alcune opere, osservandole, senza pensare al tempo. L’esito è stato completamente diverso rispetto all’esperienza precedente, il confronto tra di noi è stato curioso e ognuno di noi è uscito più ricco e più leggero, lasciando per due ore i pensieri fuori dal Palazzo.
Quest’esperienza mi ha fatto riflettere su come spesso la curiosità e lo stupore rimangano in un cassetto e le cose ci appaiano scontate, già viste, come di fronte a prelibate vivande dopo aver fatto una luculliana scorpacciata. Mi è capitato di pensare che il dover rallentare, per osservare, ascoltare e gustare, dovrebbe essere alla base della Vita e che questa controtendenza rispetto ad una più generale frenesia sia in atto anche in approcci all’arte come questo. Slow art: prendi un panchetto, siediti e guarda: cosa vedi? Quante volte lo facciamo davvero?