
Il Museo Stibbert di Firenze
Il Museo Stibbert è un museo fiorentino conosciuto e amato per la sua vasta ed unica collezione di armature provenienti da tutte le parti del mondo.
Il Museo Stibbert ha sede presso la Villa Stibbert, già casa fiorentina di Frederick Stibbert. Ha le sembianze di un vero e proprio castello con stemmi alle pareti esterne, merli e torrette. Circonda la Villa un meraviglioso parco alchemico.




Frederick Stibbert
Il Museo Stibbert porta ancora oggi il nome del suo creatore: Frederick Stibbert. La sua famiglia era era originaria del Nordest dell’Inghilterra: il nonno di Frederick, Giles, era un militare molto importante in India e al tempo (parliamo della metà del XVIII secolo) era governatore del Bengala. Sposò Sophronia Rebecca e tornano in Inghilterra dove avranno 3 figli: Thomas, Giles e Robert. Thomas sarà il babbo di Frederick.
Thomas fu colonnello, alla scomparsa del padre iniziò a viaggiare finché non giunse a Firenze dove conobbe una ragazza, Giulia. Dalla loro unione nacquero tre figli: Frederick (1838), Sophronia ed Erminia. Il padre di Frederick era molto più anziano della madre ed alla sua scomparsa Giulia decise di trasferirsi in campagna, acquistando la Villa di Montughi. A 12 anni Frederick andò a studiare in Inghilterra, scoprendo di avere una passione per l’arte ed il disegno. A 21 anni, maggiorenne a quel tempo, ereditò l’immenso patrimonio del padre: oltre 5 milioni di lire .




A Firenze fu molto amato e famoso per i suoi viaggi: Russia, Turchia Egitto, Germania, Francia, Stati Uniti..durante questi viaggi iniziò a collezionare pezzi per lui importantissimi per la storia del costume e armature di cavalieri europei, islamici e giapponesi. Nella villa sono inoltre presenti molti quadri, che da lui furono acquistati per gli abiti che indossavano i personaggi raffigurati. Da ogni viaggio inviava armature, quadri, armi.
Un’altra un’altra villa fu acquistata: Villa Bombicci. Contestualmente fu sistemato il parco con il tempio egizio, il ruscello, i piccoli ponti in stile inglese. Per unire le due ville fece costruire una grande e bellissima sala. Fredrick divise così la villa Stibbert in due parti: da una parte il suo museo, dall’altra l’abitazione di famiglia.
Alla sua morte l‘intera collezione rimase, per volontà di Stibbert, alla Città di Firenze. Oggi il Museo è gestito da una Fondazione dedicata a Frederick Stibbert ed è aperto al pubblico.
Il Museo Stibbert
Un museo è, per definizione, la “Raccolta di opere d’arte, o di oggetti aventi interesse storico-scientifico, etno-antropologico e culturale; anche l’edificio destinato a ospitarli, a conservarli e a valorizzarli per la fruizione pubblica, spesso dotato di apposito corredo didattico.”
Questo Museo di Frederick è un viaggio nel tempo, tra soldati viaggiatori come sono stati il nonno ed il babbo di Frederick e come vuole essere anche lui.. pochi oggetti nelle teche: lui voleva far rivivere negli occhi di chi lo vedeva il mondo che era raffigurato: i cavalieri, i cavalli, le mostruose maschere giapponesi…Andiamo a scoprirlo!
Condottiere e Sarcofago Egizio


Tra i primi oggetti della collezione che troviamo vi è la figura di un condottiero ispirata ad un affresco che si trova nella Cattedrale di Firenze, il Duomo di Santa Maria del Fiore. L’affresco è opera di Paolo Uccello, un importantissimo artista che amava molto studiare il comportamento degli uccelli tanto che, come dice Vasari si dilettò più degli uccelli che d’altro, fu cognominato Paolo Uccelli» (Vasari, 1550, 1971, p. 65).
La particolarità sta nel fatto che il condottiero a cui s’ispira è inglese, mentre armatura e bardatura del cavallo sono tedesche. Aspetto molto importante è quello del cavallo: non si tratta di un animale imbalsamato, bensì di un manichino realizzato appositamente per Frederick da artigiani della città selezionati accuratamente. Il manichino è in gesso e cartapesta con anima di ferro (pensate, l’armatura pesa quasi 30 kg!): solo la coda è autentica, acquistata dallo stesso Stibbert al mattatoio.
Interessante notare poi le pareti ricche di armi in asta. A quei tempi la guerra bisognava pagarsela da soli, i contadini andavano spesso con forconi che poi divenivano alabarde.
Altri oggetti importanti sono i sarcofagi egizi che Stibbert acquistava da antiquari.


La Sala Islamica


La Sala Islamica raggruppa la collezione di armature islamiche.
A differenza dell’armatura occidentale quella islamica è molto più leggera. I territori “islamici”, abitati da turchi, indiani, nordafricani, siriani, sono luoghi molto caldi e sarebbe stato impossibile combattere con armature pese 30 kg. Inoltre la religione islamica crede nell’andare incontro ad Allah a volto scoperto: ecco perché l’armatura non è dotata di elmo ma ha solo una protezione al cranio ed al naso.
La scalinata presente nella sala ospita invece alcune testiere dette baraki da cavallo e cammello. Cammelli e dromedari erano infatti adattissimi ai combattimenti in deserti e zone aride.
La Sala Giapponese
Un luogo unico è Sala della Cavalcata dei Samurai, i guerrieri giapponesi. La cavalcata è composta da un arciere in posa marziale (i samurai conoscevano quest’arte) , fanti (senza cavallo) e guerrieri a cavallo.
L’armatura del guerriero giapponese è completamente diversa da quello occidentale ed orientale! Frederick lo sa e se ne innamora. Decide di allestire questa sala come un grande spettacolo teatrale, vuole che restiamo davvero a bocca aperta. Lui in Giappone non c’era mai stato, ma amava molto la sua arte e cultura. In cosa si differenzia l’armatura giapponese? È molto, molto più elegante, oltre ad essere mobile, leggera e funzionale. Ci sono due nuovi elementi fondamentali: la seta e la lacca.




La scelta della seta era dovuta alla mobilità, resistenza e grande bellezza del materiale. Pensate che per tenere legato l’acciaio dell’armatura occorrevano circa 300 metri di seta tutta intrecciata a mano.
La lacca, invece, si ricava da un albero che si chiama Rhus verniciflua. La corteccia viene incisa, poi la linfa viene lavorata e si ottiene un liquido molto trasparente, duro, impermeabile e molto lucente. Per questo veniva utilizzata per ricoprire tutte le parti dell’armatura rigide come acciaio e cuoio. Veniva unita a pigmenti colorati per aumentare lo scopo estetico.
Dalle maschere si nota come il Samurai dovesse incutere timore e terrore.
Sempre nella sala è presente una giovane sposa cinese con tipico costume nunziale della Cina del nord (vedi foto).
Sala della Cavalcata
Questa grandissima sala (è lunga venti metri) servì a Frederick Stibbert per unire la villa della mamma Giulia col suo museo. E’ un grandioso effetto scenografico, un vero salto nel tempo che lo impiega che tutta la vita.
A comporre la cavalcata sono 12 cavalieri: 4 tedeschi, 3 italiani, uno francese, e 4 turchi. Cavalli e manichini vennero realizzati appositamente per lui.


Caratteristica della cavalcata sono le armature molto costose, tutte in acciaio e realizzate dai migliori armaioli del nord Italia (data la vicinanza alle miniere di ferro); i cavalli di razza europea erano molto robusti per portare un peso enorme.
Le armature dovevano essere flessibili e per questo venivano lasciate delle fessure. La parte dello stomaco è bombata perchè se la spada trapassa c’è il vuoto. Sotto, la stoffa degli abiti è appositamente non troppo pesante. Molte armature sono dotate di un’aletta che serve per far sgusciare i colpi. Tutte hanno la resta: avete mai sentito dire mettere la lancia in resta? È questo piccolo gancio che serve per appoggiare la lancia. Dal XV secolo, con la scoperta della polvere da sparo, perde la sua importanza.
Sopra alla cavalcata ecco San Giorgio ed il Drago, acquistato da Stibbert presso un antiquario londinese (dal quale prese parte di armatura, una pelle di alligatore, una di coccodrillo, orecchie di rinoceronte) per omaggiare l’Inghilterra!
Villa Stibbert, l’abitazione di Frederik
La casa di Frederick Stibbert era dotata di tutte le comodità, compreso il telefono: fu uno dei primi utenti fiorentini a far installare una linea telefonica, sia per parlarsi tra ambienti diversi nella casa sia per relazionarsi verso l’esterno. Inoltre la villa è dotata di impianto di riscaldamento.
Uno degli ambienti principali è il Salone delle Feste, una tipica sala da ricevimento con un enorme camino di Quercia realizzato da Gaiani, un grande ritratto di Giulia con Sophronia ed Erminia ed un ritratto di Frederik Stibbert anziano. Vi sono poi numerosi dipinti di nature morte, di Frederick e dei nipoti in abiti seicenteschi.
Ecco poi la loggetta da fumo Cantagalli, la sala del biliardo, lo studiolo di Frederik, la libreria che oggi raccoglie un’ importantissima collezione di porcellane, il salotto di Giulia con la collezione dei suoi ventagli. La Sala da pranzo è arricchita dai ritratti del nonno e del padre. La Sala delle Bandiere ospita copie di bandiere con i simboli delle Contrade del Palio di Siena.
Un pezzo pregiato della collezione, che si trova nell’abitazione, è l’abito che Napoleone Bonaparte indossì in occasione dell’incoronazione a Re d’Italia
Visitare il Museo Stibbert
Se siete rimasti incuriositi da questa descrizione e volete visitare il Museo Stibbert di Firenze, ecco alcune informazioni utili.
Il Museo Stibbert di Firenze si trova in via Federigo Stibbert 26 (vedi su Google Maps), subito fuori dal Centro di Firenze, nel quartiere di Rifredi.
Il museo è aperto nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì con orario 10-14 e nei giorni di venerdì, sabato e domenica con orario 10-18. Il costo di ingresso è pari ad 8 euro (salvo riduzioni) e la visita può durare al massimo un ora, sempre alla presenza del personale di sorveglianza della Fondazione.
Per maggiori informazioni consiglio di visitare la pagina specifica sul sito della Fondazione Museo Stibbert.
Visita Guidata al Museo Stibbert di Firenze
Per prenotare una visita personalizzata agli Museo di Villa Stibbert in italiano potete utilizzare il form presente in questa pagina, oppure contattarmi via mail (info@guidaturisticaperfirenze.com) o cellulare (338 1705461, anche whatsapp). Oltre ad accompagnarvi nel viaggio all’interno del Museo, posso supportarvi nel servizio di prenotazione al Museo, fortemente raccomandata.