
Masaccio a Firenze
Una vita breve, intensa e di profonda e costante crescita artistica. Masaccio a Firenze, tra gli Uffizi e gli affreschi della Cappella Brancacci.
“Fu persona astrattissima e molto a caso, come quello che avendo fisso tutto l’animo e la volontà alle cose dell’arte sola, si curava poco di sé e manco di altrui. E perché e’ non volle pensar già mai in maniera alcuna alle cure o cose del mondo, e non che altro, al vestire stesso, non costumando riscuotere i danari da’ suoi debitori, se non quando era in bisogno estremo, per Tommaso, che era il suo nome, fu da tutti detto Masaccio. Non già perché e’ fusse vizioso, essendo egli la bontà naturale, ma per la tanta straccurataggine, con la quale nientedimanco era egli tanto amorevole nel fare altrui servizio e piacere, che più oltre non può bramarsi”.


Così Giorgio Vasari nelle Vite introduce il genio Masaccio. Una vita breve – Tommaso muore a 27 anni – intensa e di profonda e costante crescita artistica.
Allievo di Masolino, amico di Brunelleschi e Donatello, Masaccio è il grande erede di Giotto, come scrive lo storico dell’arte Bernard Berenson “Giotto rinato, che ripiglia il lavoro al punto dove la morte lo fermò”.
Lo studio dell’uomo è il centro della poetica del grande maestro. Studio dell’uomo e dunque studio della fisicità dell’uomo – toccante il naturalismo di brani come il Neofita negli affreschi della Cappella Brancacci (1423-1427), ciclo frutto di un lavoro fianco a fianco col suo maestro sui ponteggi – dell’animo umano, preannunciando “i moti dell’animo” di Leonardo, dello spazio dell’umanità, costruito con la matematica e col confronto con Brunelleschi.


L’incontro con Masaccio a Firenze è alle Gallerie degli Uffizi, dove sono conservate la Sant’Anna Metterza – dipinta insieme a Masolino, già nel monastero benedettino di Sant’Ambrogio a Firenze – e la Madonna del solletico, di committenza privata, opera di piccolo formato ma di grande potenza plastica e sentimento dolcissimo e naturale tra Madre e Figlio.


Nella Sant’Anna Metterza Masaccio crea la figura di Maria, di Gesù e probabilmente dell’angelo ammantato di verde in alto a destra. La ripresa della poetica di Giotto è chiara, si apre qui però un nuovo tempo. I volumi delle figure non sono più intuiti ed empiricamente restituiti, è sotto il nostro sguardo un attento studio della scultura classica che si riflette nel gesto benedicente del Bambino, in quella piccola e potente mano che sembra davvero bucare la bidimensionalità della tavola lignea. La solidità di questi corpi scultorei colpisce immediatamente, insieme all’amore che Sant’Anna infonde alla Figlia e al Nipotino e che Maria sembra accogliere e restituire tenendo in grembo Cristo con dolcezza materna e presa sicura, come tutte le mamme nel mondo che tengono saldi i figli nel sostenendoli con amore.
La Basilica di Santa Maria Novella custodisce l’affresco della Trinità. Giorgio Vasari, a proposito di questo studio prospettico scrive: “Ma quello che vi è bellissimo oltre alle figure, è una volta a mezza botte tirata in prospettiva, e spartita in quadri pieni di rosoni, che diminuiscono e scortano così bene, che pare che sia bucato quel muro”.
La Cappella Brancacci è il tempio del Rinascimento, una sosta per focalizzare il Rinascimento in tutta la sua nitidezza, pienezza, rivoluzione.
Pensando poi alla giovane età di Masaccio, alla sua anima tra quei colori, non possiamo che sentire il cuore ricolmo di gratitudine e tendere al bello nella speranza, non vana ma presente, in tutta la concretezza e la forza della sua arte, di nuove rinascenze.
Visita guidata alla scoperta delle opere di Masaccio a Firenze
Se volete maggiori informazioni o desiderate organizzare una visita guidate sulle tracce del percorso fiorentino di Masaccio potete contattarmiinviando una mail all’indirizzo info@guidaturisticaperfirenze.com oppure al numero di telefono 338 1705461. E’ disponibile anche il form sottostante!