
Michelangelo a Firenze
Michelangelo a Firenze: non solo il David. Dal Crocifisso di Santo Spirito al Tondo Doni, dai Bastioni della Città alla Fabbrica di San Lorenzo.
La presenza di Michelangelo a Firenze, intervallata da diversi viaggi, è attestata già dalla prima fanciullezza e in particolare tra il 1490 e il 1534. Numerose le opere in città, la più celebre il David. A Firenze sono custodite la prima opera pubblica di Michelangelo, il Crocifisso ligneo di Santo Spirito, e l’unico dipinto esistente al mondo, il Tondo Doni nelle Gallerie degli Uffizi. Michelangelo architetto a Firenze tra i bastioni e la fabbrica di San Lorenzo.
“Il benignissimo Rettore del cielo volse clemente gli occhi alla terra, e veduta la vana infinità di tante fatiche, gli ardentissimi studii senza alcun frutto e la opinione prosuntuosa degli uomini, assai più lontana dal vero che le tenebre dalla luce, per cavarci di tanti errori si dispose mandare in terra uno spirito, che universalmente in ciascheduna arte et in ogni professione fusse abile, operando per sé solo a mostrare che cosa sia la perfezzione dell’arte del disegno nel lineare, dintornare, ombrare e lumeggiare, per dare rilievo alle cose della pittura, e con retto giudizio operare nella scultura, e rendere le abitazioni commode e sicure, sane, allegre, proporzionate e ricche di varii ornamenti nell’architettura”. Così Giorgio Vasari sul Divino Michelangelo.
Visitando Firenze possiamo scoprire e conoscere la sua vita artistica fino al 1534, anno in cui lascia la Città per Roma, a causa dell’istaurazione del ducato mediceo, inconciliabile col suo spirto libero. Il genio di Caprese è stato uno scultore. Questo suo essere per l’arte del levare si manifesta in Michelangelo architetto e in Michelangelo – raro – pittore. L’idea della sua poetica parte dunque dal desiderio di liberare la figura dal peso della materia, di liberarne lo spirito ed il dinamismo, le tensioni, la forza.
Il primo Michelangelo possiamo incontrarlo al Museo di Casa Buonarroti, che conserva opere come La Madonna della Scala e La Battaglia dei Centauri. Sono capolavori che rivelano uno studio dai sarcofagi romani, da Giovanni Pisano e Donatello (il primo maestro di scultura di Michelangelo è stato l’ultimo allievo di Donatello, Bertoldo. Vasari vede in questa continuità una sorta di passaggio di testimone); l’interesse anatomico e la torsione, cuore dei suoi studi.




La prima opera pubblica è il Crocifisso ligneo scolpito per Niccolò di Lapo Bichiellini, Priore del Convento agostiniano di Santo Spirito . Il trattamento del legno – materiale per lui inusuale – come marmo, senza ripensamenti, senza correzioni, di grande dolcezza e al tempo stesso forza, rivela il corpo di un giovanissimo Cristo. Il modello è stato con probabilità un giovane della famiglia Guicciardini morto intorno ai 14 anni. La scelta iconografica è da inquadrare nella spiritualità savonaroliana del tempo, il corpo acerbo e levigato è al tempo stesso potentissimo: compiendo un giro intorno all’opera in senso orario è evidente il profondo studio anatomico (Michelangelo aveva potuto avere accesso allo spedale del Convento proprio grazie all’intercessione del Priore e probabilmente dei Medici). I muscoli guizzano nel legno di tiglio, fortissima e definita la torsione del corpo che ricade dolce in avanti in misericordiosa compostezza.
Certamente il Museo del Bargello rappresenta una tappa importante nel percorso Michelangelo a Firenze: oltre a conservare Bacco, Bruto, David-Apollo, ricordiamo il Tondo Pitti, il primo non finito, tecnica impiegata da Michelangelo non per incuria o nuova committenza, ma per esprimere una nuova poetica, esaltando al massimo l’ideale della tensione catturata nell’istante del divenire.
Il Museo dell’Accademia conserva dal 1873 il David e nel tempo arriveranno anche quattro Prigioni, il San Matteo e La Pietà di Palestrina.
La presenza del Maestro a Firenze è tangibile anche passeggiando per la Città: basta pensare al celebre Piazzale e al Viale a lui dedicato, oppure a Via dei Bastioni.
La Fabbrica di San Lorenzo lo vede protagonista nel progetto della facciata della Basilica (il modello ligneo è conservato al Museo di Casa Buonarroti), in quello della controfacciata – La Tribuna delle Reliquie – della Sagrestia Nuova e della Biblioteca Mediceo Laurenziana.


Le Gallerie degli Uffizi custodiscono l’unico dipinto su tavola che conosciamo, il Tondo Doni,concepito come un potente gruppo scultoreo, i cui volumi sono scanditi da specchianti cromie che scandiscono con forza un’evocata tridimensionalità. Anche Palazzo Vecchio aveva visto il passaggio di Michelangelo, che insieme a Leonardo era stato chiamato per affrescare una parete della Sala del Maggior Consiglio (oggi Salone Dei Cinquecento). Avrebbe dovuto raccontare la Battaglia di Cascina (Leonardo La Battaglia di Anghiari) ma il progetto si fermò al disegno preparatorio. Benché entrambe le pitture murali non furono portate a compimento la fama e il successo furono straordinari: Benvenuto Cellini li ricorda come “Scuola del Mondo”.
Michelangelo, che si forma nel Giardino di San Marco col mecenatismo di Lorenzo il Magnifico, viaggia per poi tornare a Firenze. La tirannia però, come accennavamo, non è sopportata. Il 1534 è l’anno in cui parte per Roma e lì muore. Per volontà di Cosimo I de’Medici il suo corpo riposa tra le Urne dei Forti nella Basilica di Santa Croce.
Visita guidata alla scoperta delle opere di Michelangelo a Firenze
Se volete maggiori informazioni o desiderate organizzare una visita guidate sulle tracce del percorso fiorentino di Michelangeo potete contattarmiinviando una mail all’indirizzo info@guidaturisticaperfirenze.com oppure al numero di telefono 338 1705461. E’ disponibile anche il form sottostante!