
La Basilica di San Lorenzo a Firenze e il Complesso Mediceo Laurenziano
Il Complesso Mediceo Laurenziano è composto dalla Basilica e dalla Piazza di San Lorenzo, dalla Biblioteca Mediceo Laurenziana, dal Chiostro dei Canonici e dal Museo delle Cappelle Medicee. Si trova nel cuore di quello che fu il primo quartiere dei Medici a Firenze.
Il Complesso Mediceo Laurenziano è composto dalla Basilica di San Lorenzo, che si affaccia sull’omonima Piazza, dalla Biblioteca Mediceo Laurenziana, dal Chiostro dei Canonici e dal Museo delle Cappelle Medicee. Il Complesso si trova nel cuore della città di Firenze, in quello che fu il primo quartiere della famiglia dei Medici in città. Nella sua maestosità, nelle sue architetture, nella sua arte si respira l’intenso rapporto tra il Complesso e la famiglia che rese celebre Firenze.
Il Complesso Mediceo Laurenziano di Firenze
Nel 393 d.C. Ambrogio, vescovo di Milano, consacra la Basilica di San Lorenzo, donandole le reliquie dei martiri Vitale e Agricola portate da Bologna (è la prima chiesa di Firenze di cui è documentata la consacrazione). La festa del Santo era la festa dei fornai, che addobbavano il quartiere con decorazioni di pasta e lasagna (ancora oggi il 10 agosto, durante la festa di quartiere dedicata al santo patrono, è rimasta la tradizione delle lasagne!). La prima chiesa è edificata grazie alla donazione fatta da una donna fiorentina, Giuliana, dopo che San Lorenzo le aveva fatto la grazia di avere un figlio maschio.
San Zanobi vi pone la sua sede vescovile, in alcune bolle pontificie si parla di San Lorenzo come caput ecclesie florentine dunque di Cattedrale.
Ricostruita nel 1060 e nel 1172, con la nuova cerchia muraria, entra nel centro fiorentino. All’inizio del XV secolo la chiesa di San Lorenzo è in cattive condizioni, così la Signoria ben accoglie il mecenatismo di Giovanni de’ Medici (figlio di Averardo, detto Bicci) padre di Cosimo de’ Medici (detto Il Vecchio), che chiede di potersi accollare le spese per la nuova basilica di San Lorenzo, affidando i lavori a Filippo Brunelleschi nel 1421. Cosimo il Vecchio dà continuità al progetto iniziato dal padre e dopo la morte di Filippo la direzione dei lavori passa ad Antonio Manetti. La basilica di San Lorenzo diventa così il Pantheon dei Medici.
Nel 1515 il primo papa Medici, Giovanni di Lorenzo, eletto al soglio pontificio come Leone X, decide di aprire un concorso per adornare la basilica della facciata e nel 1518 il contratto vede la firma di Michelangelo. Il dieci marzo 1520 è però lo stesso Michelangelo a registrare la rescissione del contratto. Il primo papa Medici ha infatti piani diversi per Michelangelo, che dovrà occuparsi di progettare l’architettura e le sculture per la nuova sagrestia della Basilica di San Lorenzo e quattro monumenti funebri per i Medici. Non solo, infatti, i Magnifici Lorenzo e Giuliano non avevano ancora avuto degna sepoltura, ma il sogno della rinascita della dinastia fu infranto dalla morte dei duchi Lorenzo duca d’Urbino (figlio di Piero detto Il Fatuo) e Giuliano duca di Nemours (figlio di Lorenzo il Magnifico).
Michelangelo, dopo aver lavorato lungamente al progetto della facciata, aver fatto disegni ed il modello ligneo (conservato al Museo di Casa Buonarroti a Firenze), non rimane certamente entusiasta della scelta papale, ma deve concentrarsi sulla nuova committenza. Nel tempo I Medici avrebbero certamente avuto i denari da impiegare per finanziare un nuovo concorso, ma preferiscono impiegarli per la loro eternità, ampliando e arricchendo il loro prezioso Pantheon.
Nella Piazza di San Lorenzo, guardando l’incompiuta facciata, sulla destra troviamo il monumento marmoreo dedicato a Giovanni de’Medici, detto Giovanni Dalle Bande Nere, valoroso capitano di ventura, padre di Cosimo I de’Medici, scolpito da Baccio Bandinelli.
Piazza San Lorenzo brilla di magnifici palazzi storici. Tra i più celebri: Palazzo Lotteringhi della Stufa, coronato dalla celebre altana a sei colonne e l’Osservatorio Ximeniano.
Tornando verso Basilica di San Lorenzo, prima di entrare nella magnifica architettura brunelleschiana, troviamo il Chiostro dei Canonici, tra i più belli di Firenze.


Il Chiostro dei Canonici
Entrando in questa armonica architettura rinascimentale, progettata da Michelozzo e ristrutturata tra il 1457 ed il 1462 da Antonio Manetti, siamo i protagonisti di uno spazio musicale ed equilibrato. La pietra serena alternata all’intonaco giallo riflette il carattere classico ed essenziale di Firenze, le piccole porte in legno che percorrono il perimetro del chiostro sono quelle progettate per le abitazioni dei canonici di San Lorenzo; loro è anche la Cappella che si trova prima di salire verso la Biblioteca Laurenziana.
Dal Chiostro dei Canonici tocchiamo l’ampiezza del solenne corpo architettonico del complesso laurenziano, che mostra le ampie e trasparenti vetrate della luminosa Basilica, il campanile, la cupola della Cappella dei Principi. Al centro del Chiostro ci sono un magnifico arancio e un piccolo giardino all’italiana, che in primavera si arricchisce di splendide azalee: è un luogo di meditazione, contemplazione, preghiera, bellezza.
Dietro a questo chiostro ci sono quello più piccolo e più antico e l’Archivio parrocchiale, che custodisce memorie antiche anche di persone molto celebri, come il certificato di morte di Lisa Gherardini, La Gioconda.
Entrando dal rinnovato bookshop si accede a questo magnifico antichissimo spazio, vale davvero prendersi del tempo per sedersi un poco nella storia.
Il tesoro di San Lorenzo
Questo ambiente è di grande importanza nella storia del complesso laurenziano: costituisce le fondamenta della Sagrestia di San Giovanni Evangelista, detta Vecchia, ed è dunque la parte più antica, il punto di partenza per Filippo Brunelleschi nel 1422. Il grande pilastro centrale sorregge, nella soprastante Sagrestia, la tomba di Giovanni de’ Medici e Piccarda Bueri: il padre e la madre di Cosimo Il Vecchio.


Nel 1467 il corpo di Cosimo Il Vecchio è inumato nel pilastro all’incrocio del transetto con la navata, grazie al geniale monumento funebre di Andrea del Verrocchio. Si suggella così il ruolo dei Medici a San Lorenzo: sono loro che sostengono simbolicamente, con i loro fondatori, la prima Cattedrale di Firenze, come i martiri nelle antiche basiliche paleocristiane o romaniche. Vicino a Cosimo il Vecchio riposa Donatello, per volere del suo mecenate, a lui legato da una grande amicizia.
Nel XVI secolo questo spazio è affidato alla Compagnia del Santissimo Sacramento: da qui la profonda simbologia di questo antico luogo inizia a perdersi, fino a diventare nel tempo un magazzino.
Quaranta opere sono conservate in questo prezioso scrigno: oro, argento, smalti, pietre dure, cristalli di rocca, di epoche che vanno dal XIV al XIX secolo. Ricordiamo il Crocifisso di Michelozzo, il reliquiario dei Santi Marco Papa, Amato e Concordia martire.
La visita al Tesoro di San Lorenzo c’invita ancora una volta a riflettere sull’intenso rapporto tra i Medici ed il complesso laurenziano, rapporto che si esprime con le varie e preziose manifestazioni dell’arte. Il Tesoro di San Lorenzo è una traccia straordinaria di bellezza, arte, storia: l’aggettivo minore, utilizzato per definire l’arte dell’oreficeria sacra e degli apparati liturgici, deve essere riposto nei cassetti del passato.
La Biblioteca Mediceo Laurenziana


La Biblioteca laurenziana, aperta al mattino in concomitanza di esposizioni temporanee (quasi tutto l’anno), è l’ultimo progetto di Michelangelo per i Medici prima di lasciare definitivamente Firenze per Roma seguendo quello che più toccava il suo cuore: la libertà, progetto che mal si sposava col dispotismo ducale dinastico.
Il progetto della libreria parte nel 1519, quando il cardinale Giulio de’Medici segue un progetto dello zio Lorenzo, che nel giardino di San Marco aveva messo degli scalpellini a lavorare per emulare o superare la biblioteca di Michelozzo a San Marco, committenza medicea del nonno Cosimo Il Vecchio.
Dopo il 1523 Giulio de’Medici, divenuto Papa Clemente VII, ne stabilisce la collocazione al primo piano e approva la costruzione della lunga sala rettangolare di lettura (1525). L’anno successivo si comincia a costruire il ricetto, l’alto vestibolo d’ingresso destinato ad ospitare la scala che dal piano del loggiato del Chiostro dei Canonici porta alla sala di lettura. Quando Michelangelo lascia Firenze nel 1534 lascia costruita la sala, mentre il ricetto era in costruzione. Il magnifico soffitto in legno di tiglio intagliato è opera di Giovanbattista del Tasso e di Antonio, detto il Carota, su disegno del Tribolo. Santi Buglioni con la regia del Tribolo (soffitto e pavimento sono in dialogo costante) realizza il pavimento in terracotta; le splendide vetrate decorate a grottesca sono di mano fiamminga.
Bartolomeo Ammannati porta a termine la scala in pietra serena e nel 1571 la Libreria viene infine inaugurata.
Entrando ci troviamo nel Vestibolo, la scala in pietra serena (Michelangelo l’avrebbe voluta in legno di noce) ci conduce nella Biblioteca: I magnifici banchi lignei dalla duplice funzione di leggio e custodia conservano ancora gli elenchi scritti dei volumi conservati. Ampia la luce che apre il nostro sguardo su questo ambiente solenne ed elegante, dove si respira la colta e raffinata volontà dei Medici nella custodia dei manoscritti classici. La loro presenza si rivela, come in tutto il complesso laurenziano, chiarissima sia nelle imprese delle vetrate (il blasone, i vari motti come semper, le imprese come la tartaruga con la vela, di Cosimo I de’Medici)) nei simboli sul pavimento (il motto semper, l’anello col diamante) sul soffitto (riferimento al capricorno dunque a Cosimo I de’Medici). Sulla destra della Sala di lettura si apre la ottocentesca Tribuna Elci, realizzata da Pasquale Poccianti per la collezione di Angelo Maria D’Elci.
All’interno del percorso laurenziano la Biblioteca è un luogo sacro di storia, e rappresenta l’ultimo anello che chiude la collaborazione tra Michelangelo e i Medici.
La Basilica di San Lorenzo
Arrivando da via Borgo San Lorenzo l’occhio è ingannato dallo scorcio parziale sulla Basilica di San Lorenzo, che ad un primo sguardo appare quasi modesta – complice l’incompleta rustica facciata – di dimensioni insomma non consone al ruolo di Pantheon mediceo.
Se la visita al Chiostro dei Canonici ha ampliato il nostro sguardo sulla monumentalità del complesso, quella della Basilica rafforza e consolida questa consapevolezza. Lo spazio architettonico brunelleschiano, luminoso, ritmico e armonioso, ci pone al centro. Tuttavia il ricco e piatto soffitto blocca la dolce consequenzialità delle arcate rinascimentali: fa parte dei lavori promossi da Anna Maria Luisa dei Medici, l’ultima della dinastia e cui tutto dobbiamo grazie al Patto di Famiglia (col quale lascerà a Firenze la collezione di famiglia e la sua visibilità). La Granduchessa impiega quello che ancora restava della sua dote al completamento del complesso laurenziano, simbolo della storia della sua famiglia.


La visita della Basilica, dopo un primo sguardo al linguaggio architettonico, partirà dalla Sagrestia Vecchia, da qui Filippo Brunelleschi inizia i lavori. Questo vano sobrio ed elegante è stato ed è un pilastro fondante per architetti, pittori, scultori, orafi, insomma per l’arte intera. Il progetto di Filippo non prevedeva le aggiunte scultoree donatelliane (le terrecotte nei pennacchi e sulle pareti, le porte bronzee e gli stucchi sopra di esse) né il sublime monumento funebre realizzato da Andrea del Verrocchio per Piero e Giovanni de’Medici, il padre e lo zio di Lorenzo il Magnifico, il cui elegante intreccio bronzeo rivela una tale maestria da far sembrare il bronzo un flessibile giunco.
Al centro della Sagrestia è collocato il classico altare in marmo bianco del Buggiano, che protegge il sarcofago sottostante, monumento funebre di Giovanni di Bicci e Piccarda Bueri, capostipiti della dinastia medicea. La scarsella ospita il dipinto a secco di una costellazione, opera del Pesello. Di fronte alla scarsella, su un pregevole armadio ligneo, spicca un busto quattrocentesco raffigurante un giovane San Lorenzo in terracotta, che è stato attribuito a Desiderio da Settignano e a Donatello. Il giovane Santo ha un volto modernissimo, dallo sguardo intenso, non fisso di fronte a sé ma in lieve torsione, quasi a ricercare un dialogo.
La Sagrestia Vecchia di Filippo Brunelleschi è una delle grandi muse per gli artisti di tutti i tempi: lo è stata sia per amici e contemporanei di Filippo (pensiamo a Masaccio) sia per Michelangelo, in particolare per l’altra, straordinaria, sagrestia del complesso, la Nuova.
Uscendo dalla Sagrestia Vecchia proseguiremo per la Cappella Martelli, con l’Annunciazione di Filippo Lippi ed il nobile donatelliano sarcofago Martelli – una cesta di vimini scolpita in marmo – per poi soffermarci al centrale genialissimo monumento funebre per Cosimo Il Vecchio Pater Patriae, opera di Andrea del Verrocchio, che la concepisce come simbolico fulcro e sostegno dell’intera Basilica.
Lo sguardo poi si poserà sull’altare in commesso fiorentino, sugli affreschi settecenteschi di Vincenzo Meucci, sul San Lorenzo del Bronzino, sulla controfacciata di Michelangelo (progettata per Clemente VII, la Tribuna delle Reliquie era luogo deputato a conservare ad esporre le preziosissime reliquie laurenziane) e, naturalmente, sull’ultimo Donatello.
Negli ultimi anni della sua vita (Donatello muore nel 1466) il Maestro inizia a lavorare il bronzo per due pulpiti: uno dedicato alla Passione di Cristo, l’altro alla Resurrezione. I pannelli, incompiuti, saranno poi assemblati e montati in occasione della visita a Firenze di Leone X, primo Papa Medici, nel 1515. Un lavoro intenso, vitale, drammatico: corpi in movimento, sentimenti umanissimi espressi dai molti personaggi che animano gli episodi delle storie. Altissima la conoscenza tecnica del bronzo, lavorato tra stiacciato e figure quasi a tutto tondo, tendenti a rivelare commoventi brani di naturalismo. Bertoldo, ultimo allievo di Donatello, è col maestro in questo lavoro e sarà lui il primo maestro di Michelangelo. In questo passaggio di consegne Giorgio Vasari vede il miracolo della continuità, un albero che possiamo definire genialogico.
Ecco che la Basilica di San Lorenzo è davvero uno scrigno di preziosissime opere di Grandi: Brunelleschi, Donatello, Verrocchio, Filippo Lippi, Michelangelo e poi Desiderio da Settignano, Pietro Annigoni, Rosso Fiorentino e molti altri ancora. E’, come molti luoghi storici fiorentini, una città nella Città.
Le Cappelle Medicee, il Pantheon dei Medici a Firenze
Uscendo dalla Basilica di San Lorenzo e proseguendo lungo il perimetro architettonico si percepisce completamente la sua ampiezza, fino a raggiungere l’ingresso del Museo delle Cappelle Medicee.
Complesso Medico Laurenziano – Dove si trova
Il Complesso Mediceo Laurenziano si trova in Piazza di San Lorenzo a Firenze, nel cuore di Firenze. La gestione è affidata all’Opera Medicea Laurenziana.
Maggiori informazioni su San Lorenzo e sul Complesso Mediceo Laurenziano
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