
La Basilica e la Piazza della Santissima Annunziata a Firenze
La Santissima Annunziata, una tra le più importanti basiliche fiorentine, affacciata sulla omonima Piazza, è un luogo ricco di arte, devozione e storia civica. Santuario Mariano, venne fondato dai sette santi fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria, i Serviti.
Piazza della Santissima Annunziata è arte, devozione e storia civica.
Entrando da Via Cesare Battisti, via della Colonna oppure da via Gino Capponi si apre ai nostri occhi una musica di arcate, palazzi, fontane. Il bronzeo Ferdinando I de’Medici appare come fiero direttore d’orchestra di un concerto che nasce il 25 marzo 1250, quando i Servi di Maria, sette nobiluomini fiorentini, pongono la prima pietra per il nuovo santuario mariano.
Nel 1419 Filippo Brunelleschi edifica il loggiato per il primo orfanotrofio fiorentino: l’Istituto degli Innocenti. Questo retaggio classico dell’alternanza di colonna e arcata, pietra serena e intonaco, sarà il canone non soltanto per la Piazza, ma per l’intera Città. Il loggiato può avere varie funzioni: rifugio per i pellegrini e gli ammalati, mercato, accoglienza, simbolo di comunità civica e sacra.

Nel 1516 Antonio da Sangallo il Vecchio inizia, di fronte a quello di Filippo, il Loggiato dei Serviti e nel 1599 Giovan Battista Caccini amplia il porticato della Basilica della Santissima Annunziata terminando l’opera iniziata nel 1447 da Antonio Manetti.
Nel 1563 Giuliano di Baccio d’Agnolo inizia Palazzo Budini Gattai. Alla fine del XIX secolo il Palazzo delle Due Fontane lo omaggia con gli stessi colori. Jean de Boulogne e poi Pietro Tacca scolpiscono il bronzeo monumento equestre di Ferdinando I (1608) e poi Pietro Tacca realizza le magnifiche due fontane, adornate da mostri marini e maschere testimoni del gusto della maniera moderna.
Infine, la via dei Servi, a ricordare i Servi di Maria, i fondatori. La Cupola di Brunelleschi accoglie e rilascia le magnifiche proporzioni della Piazza come a volerle restituire a tutta la Città.
Il Chiostrino dei Voti
Lasciando la Piazza per visitare la Basilica della Santissima Annunziata entriamo nel Chiostrino dei Voti. Il nome è memoria di grande devozione: la notte tra il 7 e l’8 settembre i contadini venivano al Santuario con le torce per illuminare il loro cammino (da qui ha origine la tradizionale festa della Rificolona), dormivano nella Piazza per poi, il giorno dopo, fare la confessione, la comunione e rientrare nelle loro case. Per questo dopo il 1310 viene preparata un’impalcatura in legno, che poi sarà sostituita da una struttura muraria stabile, che sarà il primo Chiostrino dei Voti, poi riedificato su disegno di Michelozzo nel 1447. Qui, in occasione delle due feste (l’8 settembre e il 2 febbraio, festa della Purificazione) venivano esposti gli ex voto più belli.
Non si tratta di un vero chiostro, piuttosto di un porticato coperto (è stato chiuso nella metà del XIX secolo con la speranza di proteggere i preziosi dipinti parietali). Il Chiostrino accoglie e conserva uno dei cicli di affreschi più importanti per la pittura del Quattrocento e soprattutto del Cinquecento, dedicato ai Santi fondatori, alla Visitazione dei Magi e alla vita di Maria, ad opera di straordinari maestri quali Alessio Baldovinetti, Cosimo Rosselli, Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino e Franciabigio. Una scuola, quella della Santissima Annunziata, meta per ogni amante di arte e bellezza, un vero Pantheon per la pittura della Maniera moderna.
Basilica della Santissima Annunziata

Il 25 marzo 1250 sette mercanti fiorentini devoti alla Madonna salgono al Monte Asinario (oggi Senario) per dare vita all’Ordine dei Servi di Maria. Fondano poi Santa Maria di Cafaggio (dal nome della zona, che significa bosco), il nucleo più antico della Santissima Annunziata.

La chiesa aveva in origine un orientamento est- ovest (oggi nord- sud), corrispondente allo spazio del tempietto di Michelozzo e del vano adiacente. Sappiamo che aveva un piccolo atrio con affreschi ed un primo chiostro. Nel corso del Trecento importanti maestri vi lavorarono: Orcagna e Taddeo Gaddi in particolare. Nel Rinascimento, per conferire maggior decoro e spazio, i Medici commissionano a Michelozzo (tra il 1444 e il 1453) l’ampliamento della chiesa, della sagrestia e la realizzazione del magnifico tabernacolo per l’immagine miracolosa dell’Annunziata.
La storia racconta che i frati serviti commissionarono al pittore Bartolomeo una tavola raffigurante L’Annunciazione. Il pittore, non riuscendo a dipingere il volto di Maria, cadde nel sonno e al suo risveglio lo trovò compiuto, per mano di un angelo.

A Michelozzo vengono inoltre affidati i lavori per il rifacimento dell’atrio davanti al Santuario, il riordino della navata, la biblioteca e altro ancora. Insieme a Pagno di Lapo costruisce il tempietto in marmo che conserva l’affresco taumaturgico, di grande ricchezza decorativa. Nel vano adiacente c’era l’Armadio degli Argenti, con le ante dipinte da Beato Angelico. Le tavole superstiti sono oggi conservate in al Museo di San Marco a Firenze.
La costruzione della tribuna, iniziata da Michelozzo e conclusa da Leon Battista Alberti, inizia nel 1444 e termina nel 1477. Il restauro rinascimentale include la presenza grandi maestri per la decorazione delle cappelle: Andrea del Castagno, Alessio Baldovinetti, Cosimo Rosselli.
Il Santuario era celebre per la ricchezza dell’oreficeria sacra e per gli ex- voto dato l’affezione che il popolo fiorentino ha sempre manifestato per la Santissima Annunziata.
Terminati i lavori della tribuna partono quelli per l’altar maggiore e la grande ancona di Baccio D’Agnolo. Le dodici tavole dipinte presenti all’interno sono opera di pittori come Filippino Lippi e Perugino, siamo tra il 1503 ed il 1507. Il complesso si arricchisce nel tempo di opere di Baccio Bandinelli e Giambologna, che progetta e realizza per sé e per gli artisti fiamminghi un’intera cappella sepolcrale.
Il Cinquecento è un secolo d’oro per il Santuario grazie a pittori come Fra Bartolomeo, Andrea del Sarto, Domenico Puligo, Piero di Cosimo, Agnolo Bronzino, Alessandro Allori. Tra il 1509 ed il 1516 viene completata la decorazione parietale dell’atrio, iniziata da Cosimo Rosselli e Alessio Baldovinetti, con dieci nuovi affreschi con Storie della Vergine e di San Filippo Benizi. Siamo nel cuore della maniera moderna, così la definirà Giorgio Vasari: Andrea del Sarto, Pontormo, Franciabigio e Rosso. Parliamo infatti della Scuola della Santissima Annunziata.
Entrando nel cosiddetto chiostrino dei voti assistiamo ad un vero miracolo: la solida e nobile pittura di Andrea del Sarto, ricca di riferimenti teologici e quotidiani, di un pittore colto e allo stesso tempo di grande tecnica pittorica e fine ritrattista, insieme ai suoi allievi. Pontormo e Rosso esprimono la propria poetica – insieme a Franciabigio – con una pittura di grande novità sul piano cromatico – colori accessi, fluorescenti – e al tempo stesso permane in loro la storica tradizione fiorentina della ricerca del naturalismo, da Giotto in poi.
Altre importanti committenze del Cinquecento sono La Madonna del Sacco (Andrea del Sarto, 1525) nel chiostro Grande e nel 1562 viene inaugurata la Cappella di San Luca (già Sala Capitolare), progettata da Giovannangelo Montorsoli, scultore e servita, per accogliere i grandi artisti. Dedicata alla Trinità e alle tre arti con affreschi di Pontormo, Allori, Vasari e Santi di Tito (autore anche del Cenacolo nel Refettorio).
Dal 1630 i numerosissimi ex-voto presenti in Basilica su archi e pilastri vengono trasferiti nell’atrio, che prende il nome di chiostrino dei Voti.
Nel 1655 viene inserito il grande ciborio d’argento progettato da Alfonso Parigi e realizzato da Giovan Battista e Marco Antonio Merlini, trasformato il coro, affrescata la cupola dal Volterrano. Nel Settecento proseguono i lavori nella sala Capitolare, negli arredi della sagrestia, nella nuova grande biblioteca.
Il XIX secolo è il secolo buio dei conventi: con le soppressioni napoleonica (1808) e dello Stato italiano (1866) si disperde una grande parte del patrimonio culturale e si smembrano in più parti e proprietà i complessi. Nel 1866 il noviziato passa all’Istituto di Studi Superiori, poi Università degli Studi, la zona anteriore alla parrocchia, quella centrale all’Istituto Geografico militare, poi riassegnata in parte ai serviti.
La Basilica della Santissima Annunziata è dunque uno dei più grandi tesori di Firenze, che conserva tesori unici del Rinascimento e del mecenatismo mediceo – come il tempietto di Michelozzo, il più importante ciclo pittorico della prima metà del Cinquecento fiorentino e tra i più importanti in Italia, fino al Barocco sei e settecentesco.
Come spesso succede a Firenze, è una città nella città, in un racconto che intreccia la storia della Città, dei suoi mecenati, della sua politica, della fede e, certamente, dell’arte tutta.
Maggiori informazioni sulla Santissima Annunziata
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